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La distanza non ci protegge: parole da una cooperativa in ascolto_Newsletter_19_30_06_2025

La distanza non ci protegge: parole da una cooperativa in ascolto
 
In questi giorni il mondo trattiene il respiro.
Tra attacchi a impianti nucleari in Iran, risposte missilistiche verso Israele, tensioni crescenti tra le grandi potenze, siamo di nuovo dentro una storia che ha il volto della guerra. E, come spesso accade, quel volto non è mai solo politico o militare: è umano. È il volto delle persone che vivono sotto le bombe, dei bambini senza cibo, dei civili intrappolati nei conflitti. È il volto della paura, del silenzio, della perdita.
 
Potremmo pensare che tutto questo sia lontano.
Potremmo. Ma non vogliamo.
 
Siamo una cooperativa sociale. Lavoriamo nel campo dell’educazione, della cultura, della socialità. Ma soprattutto, lavoriamo con le persone, nella loro quotidianità. E sappiamo che, anche se una crisi avviene a migliaia di chilometri da qui, i suoi effetti ci attraversano. Questa crisi avrà degli effetti anche sulla nostra economia, ma noi ci occupiamo di persone. Non siamo scollati dalla realtà. Non possiamo esserlo.
 
Perché una cooperativa dovrebbe parlare di crisi internazionale?
Perché educare significa anche tenere aperto lo sguardo.
Perché essere operatori sociali, culturali, educativi, significa abitare il mondo con consapevolezza, con cura, con responsabilità.
E perché, in fondo, non possiamo parlare di pace nelle nostre attività quotidiane se poi restiamo in silenzio quando la pace viene violata altrove.
 
Non vogliamo fare proclami.
Non vogliamo ridurre a slogan ciò che sta accadendo.
Vogliamo solo dire che ci sentiamo parte.
Parte di una rete umana che, anche da lontano, può e deve fare la sua parte.
 
Cosa possiamo fare, da qui?
Nel nostro piccolo, vogliamo continuare a essere una voce che educa alla pace.
Che promuove la solidarietà. Che stimola domande. Che crea spazi di parola.
 
Ecco alcune cose che, come cooperativa ma anche come singoli cittadini, possiamo fare:
• Parlare di questi temi nei nostri centri, nei laboratori, con i giovani.
• Educare alla complessità, alla memoria, al pensiero critico.
• Raccontare storie di chi resiste alla guerra con la cultura, l’empatia, la cooperazione.
• Sostenere iniziative umanitarie e associative che operano in zone di crisi.
• Restare svegli, anche quando la tentazione è quella di chiudere gli occhi.
 
Educazione alla pace: un impegno quotidiano
Per noi educare alla pace non significa organizzare una giornata all’anno con le bandiere colorate.
Significa seminare ogni giorno la possibilità di convivere, ascoltare, comprendere, agire.
Nei nostri progetti, eventi, laboratori. Nelle relazioni che costruiamo.
Nei sentieri che percorriamo insieme alla comunità. Nei festival, nelle scuole, nelle biblioteche, nei luoghi dimenticati che tornano a vivere.
Perché ogni volta che una persona si sente parte, ogni volta che nasce un gesto di cura, ogni volta che qualcuno trova voce per raccontare il proprio vissuto…
siamo un passo più vicini alla pace.
La pace non è silenzio.
 
È partecipazione.
 
Selva Cooperativa Sociale